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CUBISMO

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TmR-djmolla
view post Posted on 11/7/2010, 06:24




Il cubismo nasce nel 1907 a Parigi partendo dalla semplificazione delle forme di Paul Cézanne e dall'osservazione dell'espressività delle maschere africane, questi artisti giungono alla scomposizione dell'oggetto, abbandonando completamente la visione prospettica e naturalistica. Il cubismo, il cui massimo esponente è Pablo Picasso, influenzò fortemente tutta l'arte europea di questo periodo.Nel cubismo si possono individuare tre tappe:

Cubismo primitivo (1907-1909): i volumi e lo spazio sono semplificati e resi come fossero solidi geometrici
Cubismo analitico (1909-1912): gli oggetti vengono guardati da vari punti di vista, sopra, sotto, dentro, fuori, di profilo e rappresentati contemporaneamente sulla tela. il colore perde il suo valore descrittivo diventando neutro e non c'è più distinzione fra figura e sfondo.
Cubismo sintetico (1912-1921): si passa dall'analisi delle forme dai vari punti di vista ad una sintesi di ciò che l'artista vede. Vengono introdotti nell'opera elementi concreti quali pezzi di carta da giornale, spartiti musicali e materiali vari.
Grazie allo studio tenace di Picasso e Braque, vennero gradualmente formandosi i principi fondamentali del cubismo, primo fra tutti quello della rinuncia alla rappresentazione diretta degli oggetti che vanno ricreati, dopo essere stati scomposti negli elementi costitutivi, mediante un'operazione per cui la pittura, appropriandosi dei metodi della scienza, diviene strumento conoscitivo e si rivolge direttamente all'intelletto, senza passare attraverso impressioni essenzialmente fisiche. Il pittore cubista cerca di rappresentare simultaneamente sulla tela diversi aspetti del medesimo oggetto, ovvero ciò che conosce dall'oggetto stesso, piuttosto che l'immagine che gli giunge attraverso l'organo visivo.

L’opera che prelude il cubismo è Les demoiselles d'Avignon di Picasso, risalente al 1907, in cui si notano molti degli elementi tipici dello stile cubista, oltre a quelli già esposti, sono evidenti: la passione per la scultura africana, che porta l’autore a concepire i volumi come fossero ottenuti dal legno scavato, caratterizzati da piani perpendicolari o paralleli tra di loro, molto spigolosi; la linea di contorno dominante, le superfici piatte, la semplificazione delle forme (elementi che il cubismo deve a Henri Matisse); l’assenza di ambientazione; la non distinzione tra immagine e fondo; le campiture di colore piatte e omogenee. Ma è anche nota l'opera "Guernica" in cui Picasso rappresenta il tragico bombardamento di questa cittadina basca durante la guerra civile spagnola, e in cui soffrono anche degli animali, ma in alto a destra c'è una finestra che simboleggia la speranza e la luce.Sempre in quest'opera si vede una madre che piange il figlio morto e si osservano anche dei frammenti di spade di soldati.

Teorico del movimento fu Guillaume Apollinaire che lo definì arte di concezione denunciando così lo sforzo compiuto dagli artisti per giungere alla creazione pittorica attraverso un'analisi intellettuale dei vari motivi. Questa analisi si rilevò ben presto così essenziale da diventare motivo a sé e da indurre Apollinaire a considerare i vari elementi geometrici della composizione come altrettante note musicali, così da formulare l'idea di una pittura assolutamente astratta, pura armonia di valori spaziali, genere del tutto nuovo e dotato di una sua individualità che lo distingueva dalla normale pittura.

Al di fuori dalla pittura il cubismo trovò un eco letterario, specialmente nella poesia. I maggiori scrittori cubisti sono Guillaume Apollinaire, Max Jacob, Gertrude Stein e Pierre Reverdy i quali hanno operato attraverso una tecnica basata sulla distruzione della grammatica, sulla punteggiatura assente o errata e sul verso libero. Allo stato puro ebbe invece solo pochi anni di vita e si concluse nelle scenografie del balletto russo.La storia del cubismo è divisa in quattro fasi fondamentali, quella del protocubismo (o macrocubismo) (1907-1909), quella del cubismo analitico (1909-1912), del cubismo sintetico (1912-1921) e del cubismo orfico (1921-1925). Se con la fase protocubista o, secondo la recente proposta di R. Barilli, macrocubista, ci si dedica a concrezioni di ampio respiro e dimensione in risalto su uno sfondo convenzionale e non definito, è con il momento successivo, detto analitico che inizia l'elaborazione di una sfaccettatura fitta, minuziosa, che tende a mostrare l'oggetto nei suoi molteplici aspetti, analizzandolo. Il terzo momento, detto sintetico, ha inizio verso la fine del 1909 e consiste in una più libera e intuitiva ricostruzione di tale oggetto espresso nella sintesi con cui si presenta alla mente del pittore nell'attimo in cui lo pensa rivivendolo interiormente.

È in questo terzo momento (1909-1912) che comincia anche l'uso di incollare sulla tela inserti ritagliati da giornali e da stampati o materiali vari (collages) che è, tra le innovazioni introdotte dai cubisti, la più interessante. È la tecnica tendente a raggiungere un risultato artistico mediante la disposizione, secondo un ordine voluto, di vari elementi di diversa materia, riuniti con l'unica funzione di costituire un fatto plastico indipendente da qualsiasi intenzione imitativa.

Una fase minore infine è quella nota con il nome di "cubismo orfico", sorta come ultima estensione del movimento artistico (così definita dal poeta Apollinaire perché recupera la dimensione lirica del colore).Gli storici hanno diviso il cubismo in 4 periodi: uno di questi va dal 1907 al 1909 in questo periodo gli artisti sperimentano un linguaggio artistico che consente loro di rappresentare in modo totale la realtà, in base ad un intento assolutamente razionale, ponendosi di fronte ad essa con un atteggiamento scientifico e, appunto, analitico.

I cubisti tendono sempre a non rappresentare la dimensione interiore, spirituale, bensì una realtà concreta; ciò si evince anche dalla scelta dei soggetti. Le rappresentazioni tradizionali della realtà sembrano parziali e di contro sviluppano una tecnica pittorica che segna la dissoluzione della prospettiva tradizionale, rinascimentale. Partendo dalla meditazione sull'operato di Paul Cézanne, puntano ad una riorganizzazione dello spazio pittorico, potenziando la sintesi plastica delle forme, sviluppando una lettura della realtà in chiave volumetrica e moltiplicando i punti di vista secondo cui il soggetto rappresentato viene osservato. Oltre a Cézanne, fonte d'ispirazione è il divisionista Seurat, con le sue teorizzazioni su contrasti di tono, tinta e linea. Per raggiungere questo obiettivo il cubista spezza la superficie pittorica in tasselli, piccole superfici che registrano ognuna un punto di vista diverso, così che lo spettatore guardando il quadro possa compiere una sorta di itinerario virtuale a trecentosessanta gradi nello spazio e nel tempo.

Il cubismo reagisce direttamente all'Impressionismo accentuando il valore del volume su quello del colore, che viene eliminato quasi totalmente (al massimo vengono utilizzate le gamme del grigio e del bruno) e gli elementi chiaroscurali sono dati da luce ed ombra. Il colore infatti è visto come componente solo decorativa, come elemento di disturbo per l’artista quanto per lo spettatore, capace di distogliere entrambi dalla necessità di analizzare ed indagare la realtà.Tra il 1910 e il 1921 Picasso e Braque si rendono conto che spezzando troppo la superficie pittorica, i suoi singoli frammenti non sono più ricomponibili virtualmente e l'opera si avvicina sempre più ai caratteri dell'astrattismo, infatti i cubisti vogliono perdere la riconoscibilità dell'oggetto.

Con la collaborazione di Juan Gris elaborano una serie di tecniche per uscire da questo paradosso in cui sono incappati portando alle estreme conseguenze la loro tecnica di rappresentazione del reale. Introducono nel quadro frammenti di realtà, di oggetti reali combinati alle parti dipinte (tecnica del collage), utilizzano mascherine con numeri o lettere (tecnica mista, tipo stencil); inseriscono trompe l'œil e riproducono l’effetto delle venature del legno con la tecnica del pettine passato sul colore fresco.

Inoltre si assiste al ritorno del colore e soprattutto il processo dell'opera non ha inizio attraverso l'osservazione del reale, ma si creano sulla tela forme geometriche semplici variamente composte, in intersezione, orientate in vario modo e solo in un secondo momento queste suggeriscono oggetti reali. La realtà viene dunque sintetizzata, creata nell’immagine. Gli oggetti sulla tela non sono più copia del reale, esistono nel momento in cui vengono concretizzati nell’immagine pittorica, di essi c’è solo il concetto formale.







 
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Alfa98
view post Posted on 26/7/2010, 10:29




io odio arte poi cn la Chiereghin........ke palle!!!!!!!!1
 
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TmR-djmolla
view post Posted on 26/7/2010, 12:25




eggia io l-ho sopportata per tre anni ora tocca a te n-altri 2 ajjajaja LOL
 
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2 replies since 11/7/2010, 06:24   628 views
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